“…La scatola restò poco tempo tra gli scaffali del mio negozio. La Leggenda, costretta dentro quel cartone, doveva prendere vita velocemente, prima che le forze maligne, del Vuoto e dell’Oblio la ricoprissero di polvere soporifera. I pezzi, incatenati dall’Ordine Oscuro giacevano alla rinfusa come avvolti in un torpore, sacrificando la memoria e lo Spirito Creativo. Ma all’improvviso, quando la luce degli occhi del vecchio Demiurgo inondò la stanza, l’energia cominciò a circolare all’impazzata…” “La scatola impolverata” di Lev Nikolàevic Myskin
Il Catalina giaceva inanimato da tempo tra le diverse scatole. Poi come accade, quasi senza volerlo, ha cominciato a suscitare in me curiosità e interesse, fino a far maturare un gran desiderio di vederlo in piedi. Ho passato numerose ore a osservare le foto; un pezzo maestoso, un ibrido tra mare e cielo, a cavallo tra una grossa barca dalla strana forma e un aereo. Nelle mie intenzioni c’era la voglia di riprodurre un Catalina che desse l’idea del maestoso, dell’insetto che nonostante la dimensione e lo scarso profilo riuscisse a decollare e librarsi in volo. Il freddo grigio della plastica è ora una tela pronta a ricevere i colori. La storia che narra un aereo è vissuta tutta nella mente del suo autore e quella fredda tela deve alla fine emettere un po’ di luce narrante. Ho immaginato il Catalina “...dopo aver a lungo riscaldato i motori librarsi in volo dalle acque fredde e plumbee dei mari del nord; sorvolare leggero il mondo baio e grigio di paesaggi onirici fatti di neve, vento e silenzio.” Il modellismo è una macchina del tempo, una trasmittente che ci mette in relazione con il passato. L’aereo conserva il fascino di ciò, attraversa le tre dimensioni dello spazio, copre le distanze, i luoghi e il tempo. E mentre la mente si perde tra pezzi sparsi, colori e pennelli “...i motori ruggiscono nell’aria gelida e silenziosa, mentre le enormi eliche fendono gli elementi trasportando con se gocce d’olio che si attaccano sulle fiancate della barca volante. Il pilota aziona il tergicristalli per pulire il parabrezza dalla condensa. Sotto di loro il mare sembra una distesa d’olio, pesante e lento nel suo ondeggiare. L’interfono gracchia qualcosa e tutti all’unisono si voltano alzando gli occhi sopra di loro...” Stendo delicatamente il colore blue grigio dell’US NAVY con un pennello. Di fronte a me una foto a colori d’epoca, un po’ sbiadita, guida la mano nel ridare vita. “...l’adrenalina corre nel sangue a litri quando il mitragliere avvista le rosse coccarde del Sol Levante minacciose nel cielo. Le sagome luccicanti serrano veloci la distanza...”. Il colore è spento e ancora non parla. Dopo il lucido devo dargli una storia; le decals lo trasportano nelle grigie e fredde isole Aleutine, a nord del mondo. “...non c’è tempo per pensare, una sassaiola si abbatte attorno al grosso insetto volante e un sibilo attraversa la traiettoria dell’aereo. Qualche pallottola fischia pericolosamente raschiando la vernice dalle ali.All’improvviso un inaspettato banco di nebbia...“. La foto di prima, sembra misteriosamente più viva, i colori si rianimano diventando improvvisamente vividi e loquaci. Inondo l’aereo di acquaragia e svariato pigmento. Mentre aspetto impaziente l’effetto, sfoglio curioso il libro della foto; cabrate, virate, evoluzioni e atterraggi, sorrisi e dolore. Freddo e neve, fango e pioggia colorano le foto monocrome, sussurrando piccole emozioni. “... un colpo di tosse improvviso scuote l’aereo da prua a poppa. Il motore colpito emette rantoli di morte mentre una macchia sulla cappotta si allarga pian piano, perdendo liquido vitale...”. Ancora qualche tocco, anzi due... la mano mi prende e continuo per giorni e giorni a scrivere sul martoriato aereo. Lo vedo sporco e sudato, freddo e affamato, impaurito.“... si perde quota e speranza, tuttavia il Comandante pilota impassibile, preso solo dai compiti e dai quadranti. Le ferite corrono sulle ali, spandendosi sotto la forza del vento. L’aereo sobbalza nervoso e un tremito febbrile lo attraversa ma continua a volare. La base è in vista...” Le foto scorrono rapide il libro è finito, l’aereo pure. Alla fine incollo i carrelli e il Catalina si regge da solo, spaziando sul piano della scrivania. “... una nuvola di fumo di leva nel freddo. Intorno all’aereo si è presto formato un capannello di uomini, tra loro compare un ferito adagiato sulla banchina. Una sirena rompe il silenzio glaciale e si allontana con quel che resta di quella vita. Il Catalina riposa ora placidamente sull’acqua recando con se i segni della fugace battaglia ma presto sarà di nuovo nel cielo...” Restano sparsi vari pezzi del kit, confuse macchie di colore e residui di storia. |